Ieri ho assistito allo splendido spettacolo che Alessandro Baricco (con la partecipazione di Valeria Solarino) sta mettendo in scena in questi giorni nella straordinaria cornice della Stadio Palatino, in occasione del Roma Europa Festival 2016: “Palamede. La storia”. Non lo scrivo per informarvi di quello che faccio nel tempo libero e nemmeno per una recensione dello spettacolo (che è meraviglioso ed emozionante, e se amate perdervi in un racconto evocativo e suggestivo, che scatena mille riflessioni sulla cultura e sulle vicende del mondo occidentale vi consiglio di non perderlo!), ma perché mentre attendevamo l’inizio mi sono guardato attorno e ho pensato alle molte polemiche che si fanno in questi mesi in Italia (e a Roma in particolare) sull’utilizzo dei Beni Archeologici come location di eventi più o meno culturali.
La polemica si è acuita negli ultimi mesi in particolare in merito al progetto di ricostruzione del piano dell’arena del Colosseo, che servirà non solo a restituire ai turisti un’idea più vicina all’originale di come doveva apparire l’anfiteatro ai frequentatori antichi ma anche (o soprattutto?!) a permetterne l’impiego per spettacoli ed eventi culturali, un po’ come accade nell’Arena di Verona; in molti hanno gridato allo scandalo e alla “mercificazione” dei Beni Archeologici, sempre più spesso affittati anche per eventi privati, a volte di dubbio gusto.
Non ho la pretesa di fornire una risposta definitiva o di trattare in modo esaustivo una questione tanto complicata e gravida di implicazioni, ma probabilmente l’immagine qui sopra riesce in parte a rendervi l’emozione di assistere ad un momento culturale di livello assoluto in una cornice unica e incomparabile, che forse vale più di mille articoli e dibattiti in merito; è forse troppo semplicistico affermare che in questo modo in nostri monumenti vivono una seconda vita (che nulla toglie alla loro primaria funzione di “monumento” e di testimonianza storica), ma sono convinto che laddove, è quasi superfluo sottolinearlo, non ci sia alcun rischio di danneggiamenti alle strutture penso che operazioni del genere non possano che essere incoraggiate e favorite, con grandi benefici per i monumenti stessi (aumentando la loro produttività economica aumentano anche le somme disponibili per manutenzione e valorizzazione).
Insomma, la cultura aggiunta alla cultura non sottrae nulla al valore e al significato di un monumento o di un sito archeologico, con buona pace dei tanti puristi che vorrebbero questi luoghi protetti da orde di turisti, godibili solo ad una élite preparata ed educata, unica meritevole di tanto splendore perché sola in grado di comprenderne appieno storia e funzione.
P.S.
Ieri l’età media degli spettatori era molto bassa, ulteriore elemento di soddisfazione e di speranza per il futuro di questa città; certo, molto era dovuto al richiamo del “fenomeno” Baricco, ma credo sia un ulteriore segnale di come certe operazioni siano vincenti anche sul lungo periodo…
ah, dimenticavo: lo spettacolo va in scena fino a sabato 9 e fossi in voi non me lo perderei; per acquistare i biglietti potete cliccare qui.