E’ stato pubblicato nei giorni scorsi il 52° Rapporto Censis sulla situazione sociale del paese, anticipato da un comunicato stampa intitolato “Le radici sociali di un sovranismo psichico: dopo il rancore, la cattiveria”, che fotografa un paese sfiduciato, timoroso, che sente di vivere peggio dei propri genitori e senza prospettive di crescita, individuali e collettive; quello che tuttavia ha colpito i media, che si sono concentrati particolarmente su questo aspetto, è appunto il “sovranismo psichico”, che “talvolta assume i profili paranoici della caccia al capro espiatorio, quando la cattiveria ‒ dopo e oltre il rancore ‒ diventa la leva cinica di un presunto riscatto e si dispiega in una conflittualità latente, individualizzata, pulviscolare”.

Stiamo diventando più rancorosi, più incattiviti?! che il clima nel paese non sia dei migliori è sotto gli occhi di tutti, con episodi di intolleranza e rabbia sociale che alcuni politici cavalcano e alimentano, additando nemici/capri espiatori e fomentando delle tensioni ogni giorno più violente; ma, oltre che a una reale crisi economica mondiale che ha condizionato la società occidentale negli ultimi anni, a cosa è dovuto questo clima?

Senza cercare di trovare risposte semplici a questioni complesse, non ho potuto fare a meno di collegare questo rapporto ad un altro, pubblicato qualche settimana fa: il 14° Rapporto di Federculture, che come ogni anno fa il punto sul sistema dell’offerta e della produzione culturale in Italia; e se pensate che sia da radical-chic collegare le 2 cose, considerate quanto incida il livello di istruzione nelle statistiche prodotte dal Censis (alcuni elementi cruciali si possono già trovare nel comunicato stampa citato, che trovate qui).

I dati che riguardano il nostro paese, che rilevano tra l’altro una enorme differenza tra nord e sud, evidenziano in particolare una spesa in cultura da parte delle famiglie italiane ben al di sotto della media Eurozona: 6,6% sul totale dei consumi generali contro 8,5%, ma paesi come la Svezia arrivano all’11%!
A questo primo dato, che mi sembra tutt’altro che marginale in merito al rapporto Censis, si aggiungono elementi allarmanti: il 38,8% degli italiani risulta INATTIVO culturalmente (al sud si arriva a punte di 8/9 cittadini su 10); coloro che in un anno non vanno MAI al cinema e non visitano un museo o un sito archeologico sono circa il 70% degli adulti.

Ma c’è un dato che più di tutti mi sembra poter spiegare molte cose del rapporto Censis: in Italia solo 4 persone su 10 leggono almeno UN libro l’anno!

E dunque sì, penso proprio che molti aspetti preoccupanti emersi dal rapporto Censis siano profondamente legati a quelli evidenziati da Federculture: siamo un paese più rancoroso, più chiuso, più incattivito (soprattutto nei confronti del “diverso”) perché siamo un paese che si sta impoverendo a livello culturale e, spiace dirlo, non mi sembra che le forze al governo siano molto interessate ad un’inversione di tendenza.

Volete fare qualcosa di positivo per il nostro paese? A Natale regalate(VI) LIBRI, regalate(VI) cultura (un biglietto per uno spettacolo teatrale, un concerto, o magari una tessera annuale come quella del Museo di Villa Giulia o l’Appia Card): perché, come disse il poeta, se pensate che la cultura costi tanto non avete idea di quanto ci costerà l’ignoranza!

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Immagini da www.ilsole24ore.com

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