Si è svolto lunedì scorso un incontro pubblico, organizzato da Archeomitato ed ospitato da AP-Accademia Popolare dell’Antimafia e dei Diritti, che voleva essere un momento di confronto e riflessione sulla nuova legge approvata recentemente dalla Regione Lazio in materia di Amministrazione Condivisa dei Beni Comuni, cui hanno partecipato numerosi rappresentanti di associazioni e comitati, in particolar modo del VII Municipio.
LA LEGGE
La legge (potete leggere il test integrale qui), la prima in materia da parte di una regione italiana, si propone di promuovere l’amministrazione condivisa dei beni comuni “mediante forme di collaborazione tra l’amministrazione regionale e gli enti locali e i cittadini attivi, finalizzate alla cura, alla rigenerazione e alla gestione condivisa degli stessi” ed è incentrata su alcuni punti cardine che ne rappresentano i veri punti di forza:
– vantaggi economici e contributi nei confronti delle amministrazioni locali e dei cittadini;
– percorsi formativi per i dipendenti pubblici, gli studenti ed i cittadini attivi “idonei a diffondere la cultura della collaborazione civica, a sviluppare le competenze necessarie per l’amministrazione dei beni comuni, a conoscere e a promuovere le buone pratiche e ad accompagnare la costruzione di nuovi percorsi”;
– promozione della “sostenibilità delle decisioni assunte nell’ambito del rapporto di collaborazione, che non ingenerino oneri superiori ai benefici”, affinché sia rispettata una “proporzionalità tra le effettive esigenze di tutela degli interessi pubblici coinvolti e gli adempimenti richiesti“;
– istituzione di un “elenco regionale telematico dei regolamenti degli enti locali sull’amministrazione condivisa, al fine di monitorarne e promuoverne l’adozione”;
– attività di monitoraggio da parte degli organi regionali sull’attuazione e gli effetti della legge.
Come ha affermato Marta Leonori, consigliera regionale e prima firmataria della legge, l’obiettivo era quello di mettersi a fianco dei cittadini e delle amministrazioni locali, fornendo uno strumento che offra procedure chiare e definite su un tema per il quale spesso mancano regolamenti e normative comunali: una “legge-ombrello” che aiuti e tuteli sia i cittadini che i dirigenti pubblici. Sarà previsto un apposito sito web che censisca tutte le esperienze in materia, sia passate che future.
LA TAVOLA ROTONDA
Il dibattito è stato ricco di spunti e riflessioni interessanti, che sarebbe impossibile riportare per intero; vorrei qui però segnalarvi alcune suggestioni e indicazioni fornite dagli ospiti (che mi perdoneranno l’estrema sintesi):
– Ivana Della Portella (storica dell’arte e saggista con lunga esperienza nelle amministrazioni locali) si è soffermata in particolare sull’importanza dei Beni Comuni e su come nel tempo sia mutata la loro importanza nella nostra legislazione, ricordando il fondamentale apporto di Stefano Rodotà, decisivo per l’inserimento nella nostra Costituzione del tema della sussidiarietà orizzontale;
– Ersilia Maria Loreti (direttrice del Museo delle Mura e del Complesso di Massenzio), che da anni incoraggia le associazioni ad animare i luoghi della cultura da lei diretti, ha raccontato la sua esperienza e le molte difficoltà che si è trovata ad affrontare nel tentativo di includere i cittadini attivi, auspicando che questa legge possa agevolare soprattutto gli aspetti burocratici;
– Loris Antonelli (AP- Accademia Popolare dell’Antimafia e dei Diritti) ha lodato una legge ben scritta e concepita, in cui si nota un’attenzione alle esigenze dei cittadini, troppo spesso imbrigliati da espletamenti burocratici e amministrativi che scoraggiano anche i più volenterosi e che, allo stato attuale, finiscono per essere quasi “vessatori”;
– Elena Viscusi (vice-presidente di Retake Roma) si è soffermata in particolare sull’importanza dei percorsi formativi soprattutto per gli amministratori e i dirigenti pubblici, evidenziando anche la necessità che i processi decisionali (e le conseguenti responsabilità) siano chiari e trasparenti;
– Annabella D’Elia (presidente del Comitato Mura Latine), infine, ha sottolineato quanto sia fondamentale il momento della valutazione delle varie esperienze, auspicando che la nuova legge possa semplificare ed alleggerire gli iter necessari all’organizzazione di iniziative e all’amministrazione condivisa dei Beni Comuni.
IL DIBATTITO
Dando qualche minuto di tempo agli interventi del pubblico, abbiamo avuto il piacere di ascoltare la riflessione di Gregorio Arena (presidente di Labsus, che da anni è in prima linea sul tema ed ha partecipato alla redazione del regolamento della città di Bologna, al momento adottato da più di 200 comuni), che ha evidenziato come qui non si parli solo di “manutenzione”, ma di un “prendersi cura” per cui i cittadini non sono semplici tappabuchi delle carenze dell’amministrazione, ma ne condividono a tutti gli effetti le responsabilità nei confronti dei beni pubblici, che possono e devono diventare BENI COMUNI.
IL VOSTRO CONTRIBUTO
In Regione si sta lavorando in questi giorni ai regolamenti attuativi della legge, che potranno recepire le osservazioni scaturite dal nostro incontro; se qualcuno di voi avesse qualcosa da dire in merito, lasci un commento: sarà mia premura farlo pervenire a Marta e a quanti stanno lavorando per dare ai cittadini e alle amministrazioni del Lazio uno strumento ancora più efficace e utile per quanti di noi si (pre)occupano di Beni Comuni!
Grazie dell’opportunità.
Mi piace suggerire di mettere a servizio dei Beni Comuni, coloro che percepiscono il reddito di cittadinanza.
Mi dispiace non aver avuto la possibilità di partecipare, ma dal tuo “riassunto” capisco che si è discusso di argomenti importanti per tutti noi, sperando di condivderne in seguito importanti aspetti discussi.
Grazie Francesco
Se c’è un fatto che non sopporto è quello di vedere pareti da poco ripulite,riempirsi di scritte e stupidi “grafiti”.
Vetture dei mezzi pubblici ricoperte da segni che spesso coprono i vetri..fin a nascondere le porte…specialmente nelle vetture della metro! Non c’è rimedio? A tanta stupidità?
Dovevo esserci (l’avevo programmato), ma un impegno familiare sopravvenuto non me lo ha permesso. Il tema è di primaria importanza e mi appassiona, che investe pienamente ciò che sto vivendo con “La Casa del Quartiere” a Osteria del Curato, che è a disposizione di chiunque abbia necessità di promuovere iniziative per una cultura dei Beni Comuni.